Vescovado Vecchio e Museo Diocesano d'Arte Sacra

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Il Vescovado Vecchio è sede del Museo Diocesano di Arte Sacra. Situato in uno degli angoli urbani più incantevoli di Feltre, il Vescovado Vecchio è una delle rare testimonianze architettoniche sopravissute alla distruzione della città avvenuta nel 1510 ad opera dell'esercito di Massimiliano, Imperatore d'Austria. Ha notevoli dimensioni, giustificate dal fatto che era sede di una Diocesi molto ampia che si estendeva, fino al 1786, non solo al Feltrino, ma anche a tutto il Primiero e la Valsugana. Il palazzo fu destinato a sede vescovile nella seconda metà del 13° secolo, occupando un sito già parzialmente edificato. Fu successivamente ampliato e modificato più volte. È costruito sulla viva roccia, la scaglia rossa di Feltre, visibile nelle suggestive cantine.

 

Il Museo Diocesano di Arte Sacra di Feltre è stato inaugurato nell'ottobre del 2007. Ha sede nell'Antico Vescovado, in uno degli angoli urbani più incantevoli di Feltre. Il museo contiene un centinaio di opere, alcune delle quali di straordinario valore artistico e storico. L'allestimento è stato realizzato rispettando l'architettura del palazzo. Con “scaglia rossa di Feltre” e con un tipo di acciaio dalla medesima colorazione bruno – rossastra, sono state realizzate tutte le nuove opere: le basi, le teche, i pannelli espositivi e l'impasto per la pavimentazione di alcuni ambienti.

La visita al Museo inizia con il Pluteo di Paderno, un bassorilievo unico nel suo genere nella provincia di Belluno. Al primo piano è collocata l'Assunta di Andrea Brustolon, geniale scultore bellunese definito da Honoré de Balzac “il Michelangelo della scultura in legno”.

La sala della pittura è organizzata secondo un percorso cronologico che testimonia la ricchezza di stili che, dal 1400 al 1700, hanno fatto del territorio feltrino e bellunese una zona di incontro tra diverse culture.

Nella collezione si possono ammirare tavole in stile nordico legate, testimonianze dello stile veneto, o bizantine. Vi si trova anche un capolavoro di Jacopo Tintoretto, proveniente dalla chiesa feltrina di Ognissanti, risalente al 1545, firmata “Tentor”, e una tela di Paris Bordon.

Cuore della pinacoteca sono i cinque dipinti di Sebastiano Ricci, iniziatore geniale del Rococò europeo, straordinariamente ricchi di una luce che prelude al Tiepolo.

Nell’antica cappella del Vescovado Vecchio si trovano alcuni fra i pezzi di maggior pregio dell'intero Museo. Entrando a sinistra si possono ammirare l'Altare portatile del secolo XII, uno dei pochissimi rimasti in Italia, la Madonna in alabastro di stile gotico e il rinascimentale Busto reliquiario di San Silvestro, in argento e oro, opera del fiorentino Antonio di Salvi. Sulla parete di fondo vi è una Crocifissione attribuita a Santi di Tito.

Di straordinario valore storico è il Calice del Diacono Orso, del secolo 6°, in argento con iscrizione in niello. E' il più antico calice eucaristico dell'Occidente. Di strepitosa bellezza la Croce post-bizantina del 1542, un vero gioiello di microscultura, realizzato in bosso probabilmente da un monaco del Monte Athos. Alta 37 cm., è scolpita su tutti i lati con 52 sceneevangeliche, 485 personaggi e 200 colonnine esili come fili di seta.